Italiani e società digitale, speranze e paure

Che impatto hanno avuto le innovazioni degli ultimi vent’anni sull’economia e sulla società italiana?
La gran parte degli italiani si dimostra fiduciosa (57,9%) ma insieme agli effetti positivi vengono sollevati anche diversi problemi.

Questo è quanto emerge dal Rapporto 2017 Agi-Censis sulla cultura dell’innovazione che fotografa la “voglia di futuro” degli italiani concentrando l’attenzione sulla disponibilità ad aderire ai nuovi schemi.

Innovazione e sociale
Per il 51,4% degli italiani i processi di innovazione hanno prodotto nuovi divari sociali, mentre il 47,8% è convinto che abbia contribuito a ridurli.  A temere sono soprattutto i ceti sociali più bassi (66,7%).

Innovazione e lavoro
Il 37,8% degli italiani è convinto che processi di automazione sempre più spinti e pervasivi determineranno un saldo negativo di posti di lavoro. Il 33,5% ritiene che le tecnologie genereranno nuove opportunità in uno scenario di nuovi lavori ancora inesplorato. E il 28,5% crede che a cambiare sarà più la tipologia di lavoro. I più preoccupati, anche in questo caso, gli italiani con un livello socio-economico e istruzione più bassi.

PA digitale
Quasi 1 cittadino su 3 (30,1%) tra quelli che hanno avuto accesso ai servizi digitali, è convinto di non aver ottenuto nessun vantaggio sostanziale rispetto ai servizi erogati attraversi i canali tradizionali (il 30,7% sottolinea vantaggi connessi ad una maggiore “comodità” di accesso). In generale gli italiani sono favorevoli alla digitalizzazione della PA, ma si aspettano che a ciò corrisponda soprattutto una semplificazione delle procedure (29,1%) e una velocizzazione dei processi (25,5% delle risposte).

Web tax e tassa sui robot
Oltre la metà degli italiani (55%) ritiene opportuno introdurre una legge per tassare i profitti generati in Italia dai più grandi del web, ma è un consenso non uniforme in tutte le fasce di età (tra i più giovani la quota è più bassa).  Il 42,1% degli italiani pensa che i robot sottraggono lavoro e non pagano le tasse e questo alla lunga finirà per impoverirci.

Sharing economy
La digitalizzazione disintermedia: per oltre il 70% della popolazione la sharing economy nei sui diversi ambiti di applicazione (turismo, mobilità, housing, ecc.) è una soluzione interessante che consente di risparmiare nell’accesso ad alcuni servizi. Di fronte alla prospettiva di aderire a queste opportunità per integrare il reddito familiare o per avviare un’attività imprenditoriale, la percentuale scende rispettivamente al 55,2% e 52,5%.

Innovazione ed energia
Dall’innovazione arrivano le risposte più importanti per affrontare la sfida della sostenibilità e della progressiva decarbonizzazione. Tra le infrastrutture più gradite agli italiani ci sono i parchi fotovoltaici (82,4%) e i parchi eolici (73,3%). Tra gli impianti non graditi al primo posto le raffinerie di petrolio (77%) e al secondo le centrali elettriche a carbone (76,5%). Infine il Il 65,6% degli italiani è convinto che diventeremo tutti in qualche modo produttori di energia in uno scenario no-grid (o smart-grid), dove la produzione di elettrica – e non il solo consumo –  diventerà un fatto collettivo.

Sicurezza, libertà: il ruolo del digitale
Le preoccupazioni per la micro-criminalità e la minaccia del terrorismo stanno spostando il pendolo tra libertà e sicurezza verso quest’ultima. Ben vengano allora per gli italiani le tecnologie digitali che garantiscono maggior controllo anche se potrebbero sottrarre qualcosa alla privacy e alla libertà di movimento. Solo il 15,4% degli italiani paventa una possibile riduzione della libertà.